Non vengono chiamate palle di neve sporche per nulla. Le vagabonde cosmiche sono piene zeppe di particelle finissime di polvere non diversamente da quelle che si trovano nel fumo di sigaretta. E la colpa di ciò è da attribuire alle stelle.
Il vento solare e le radiazioni spingono la polvere nello spazio, dove viene incorporata nei cristalli di ghiaccio che compongono le comete. La presenza della polvere nelle comete ha lasciato perplessi i ricercatori per decenni.
La polvere-- o meglio, silicati cristallizzati, elementi che compongono le rocce sulla terra-- hanno bisogno di un ingente quantità di calore per formarsi, ma le comete sono composte per la maggior parte di acqua ghiacciata. Dunque, se le comete contengono questo materiale, o la loro composizione è molto più vicina a quella delle stelle da cui provengono, rispetto a quanto si pensasse in precedenza, oppure i silicati sono stati spinti nello spazio da una forza non identificata.
Gli scienziati considerano la prima possibilità alquanto improbabile, perchè si pensa che le comete si siano formate nei sistemi solari più remoti.
Oggi, da quanto si apprende da un paio di riviste, sembra che il mistero sia stato svelato.
In una prima teoria gli astronomi, utilizzando lo Space Spitzer Telescope, riportano che nell'ultimo anno è stato osservata un'enorme esplosione dalla giovane stella EX Lupi, localizzata a circa 500 anni luce di distanza nella costellazione del Lupus.
L'esplosione, che ha temporaneamente incrementato la luminosità della stella di circa 100 volte, ha prodotto calore a sufficienza-- circa 700°C-- per cristallizzare le particelle di silicato amorfe, che fluttuavano intorno alla parte interna del disco protoplanetario della stella. Questa piccola macchia roteante di polvere e gas alla fine formerà un sistema solare intorno alla stella.
In una seconda teoria, il fisico Dejan Vinković dell'università di Split (Spalato) in Croazia ha messo a punto un modello che mostra come una combinazione di vento solare e radiazioni infrarosse, dal disco interno, possa soffiare via miliardi di chilometri le finissime particelle di silicato cristallizzate dalle regioni interne del disco protoplanetario alle sezioni esterne più fredde, dove le comete e altri oggetti rocciosi ma freddi, come Plutone , possano formarsi.
Il modello di Vinković "mostra come i granelli di polvere, spinti dalla pressione delle radiazioni, possano viaggiare dalle regioni più calde del disco, a quelle gelide esterne" dice l'astronomo Dániel Apai dello Space Telescope Science Institute in Baltimora, Maryland.
E ciò aiuta a spiegare, dice, non soltanto come i materiali possano diventare parte delle comete ma anche come i cristalli silicati appaiano all'interno dei dischi protoplanetari "poco dopo l'esplosione della stella Ex Lupi".
Articolo tratto da sciencenow.org e liberamente tradotto.
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